In un noto passo dei suoi scritti Sant'Agostino afferma che lo stato di militare non è male in sè, ma può diventarlo per le condizioni concrete di vita che sono proprie dell'esperienza militare e che possono indurre a scelte eticamente riprovevoli. Con questa citazione il Rettore della LUMSA prof. Giuseppe Dalla Torre circa dieci anni fa, presentava un libro sul delicato argomento dell'educazione dei militari.
In effetti il ruolo particolare e le situazioni estreme, per le quali il militare deve essere preparato e per cui le Forze Armate esistono, potrebbero indurre qualcuno a volgere l'uso della forza, del tutto legittima, in "violenza" o illegalità che è in sé un male in quanto sono comportamenti contrari alla giustizia. In questo senso si ritiene che l'attenzione da dedicare all'uomo militare dal punto di vista economico, alloggiativo, della protezione sociale ecc. non sia fine a se stessa. I citati strumenti del benessere, devono servire per creare le condizioni affinché il militare sia rispettato nella sua dignità personale e possa realizzarsi professionalmente. Ciò è il dovere che ci siamo prefissi da statuto..... "Promuovere altresì quel senso di giustizia che vada oltre il semplice conformarsi alla legge, ma che sia proteso alla ricerca di un forte riferimento alla dignità della persona militare a partire dai suoi diritti e doveri".
Guardando l'aspetto giuridico la Costituzione, attraverso l'articolo 52 secondo cui "l'ordinamento delle Forze Armate si informa allo spirito democratico della Repubblica", ci viene incontro. Infatti la libertà che si vuole affermare nella azione sindacale è l'esercizio vero di quella virtù che può consentire il superamento da potenziali condizionamenti e vizi che a loro volta portano a comportamenti illegali ed ingiusti se non legati alla "nostra più che bimillenaria cultura rappresentata dalla nostra Costituzione e bandiera". In questo senso si ritiene superare la conflittualità ed affermare una posizione ferma e decisa nel contribuire e partecipare con le Autorità affiancate a fare il vero bene della persona militare, auspicando una reciprocità di intenti.
Con questi principi si prenderà la giusta posizione nel dibattito sull'iter legislativo in atto, tanto discusso, che riguarda la rappresentatività sindacale del mondo militare. Non fondare la “legge sindacale” sulle ceneri del passato, ma basarla sulle radici di quel processo che ha portato più di 40 anni fà ad affermare che la rappresentatività è un diritto/dovere anche per i militari. Ed in questo processo evolutivo, per i militari e la nazione, che avvertiamo tutta la responsabilità storica alla quale non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo sottrarci.
E' con sentimenti di libertà, democrazia e dignità per un lavoro al servizio della Comunità che auspico la partecipazione di quanti vorranno condividere questa lunga navigazione che, non sempre incontrerà mari tranquilli, ma sicuramente ci troverà decisi a navigare per le rotte alle quali la nostra Costituzione ci orienta ed ispira.
Con gratitudine rivolgo il saluto agli amici del Consiglio Direttivo, con i quali abbiamo voluto generare e far nascere questo progetto. Un programma da ideali alti ma che siamo convinti possa essere incisivo e favorevole soprattutto nella praticità della vita quotidiana e professionale dei nostri "Marinai e Guardiacoste" e delle loro famiglie, a cui va l'onere e soprattutto l'onore di una vita al servizio della sicurezza e del bene comune.
Ad Majora
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